mercoledì 18 aprile 2012

Art of Noise

Eh sì, è un periodo in cui riaffiora pesantemente il mio amore verso la musica elettronica degli anni '80 e dopo i Kraftwerk, pietre miliari della musica elettronica mondiale, voglio ricordare gli Art of Noise, gruppo inglese nato nel 1983. La loro musica è di base elettronica, ma sperimentale, con influenze new wave e ambient.
Chi non ricorda la celeberrima "Moments in Love"?


Fulcro degli Art of Noise è lui, Trevor Horn, nome assai noto negli anni '80. Horn è il produttore dell'album "Welcome to the Pleasuredome" dei Frankie Goes To Hollywood, ha collaborato alla produzione del bellissimo album "Introspective" dei Pet Shop Boys, ha lavorato con Tina Turner, Seal, Lisa Stansfield, Tom Jones, Genesis, Simple Minds e molti altri (presto un post solo su questo grande personaggio, se lo merita!).
Nel 1983 Trevor Horn stava lavorando con il suo gruppo, gli Yes, e producendo l'album dei Frankie Goes To Hollywood. Tra i musicisti ed arrangiatori scelti per le sessioni in studio troviamo Anne Dudley e J.J. Jeczalik, come tecnico del mixaggio viene assoldato l'ingegnere Gary Langan. I quattro danno così forma agli Art of Noise. Si aggiungerà, dopo breve tempo, Paul Morley che si curerà della direzione artistica del gruppo.
La particolarità stilistica degli Art of Noise è imputabile, talento dei componenti a parte, all'uso del campionatore Fairlight CMI, inventato e prodotto in Australia. Pare che Trevor Horn fosse stato il primo acquirente. Questo sintetizzatore/campionatore è utilizzato anche da Peter Gabriel, Kate Bush, Nick Rhodes dei Duran Duran e Stevie Wonder, per citarne alcuni.

Gli Art of Noise debuttano nel 1983, a settembre, con l'EP "Into Battle with the Art of Noise", che contiene la famosa "Beat Box". L'EP è pubblicato con l'etichetta discografica ZTT/Island.


Paul Morley dirige artisticamente il gruppo in una direzione non usuale per quegli anni, dove i volti degli artisti erano in assoluto nascosti, infatti il gruppo appare sempre mascherato e le copertine dei dischi raffiguravano immagini, citazioni, elementi grafici, ma non i componenti della band.
Musicalmente il gruppo si ispira a Claude Debussy, che rivoluziona la musica popolare all'inizio del secolo, ed agli esperimenti sonori del futurista italiano Luigi Russolo, firmatario del manifesto "L'arte dei rumori", art of noise, appunto.

Nel 1984 esce l'album che li rende famosi in tutto il mondo, il titolo è "Who's Afraid of the Art of Noise?" con l'etichetta  ZTT/Island.
Nell'album viene riproposta "Beat Box" e sono presenti due pezzi davvero interessanti. Uno è "Moments in Love" e l'altro è "Close (to the Edit)" che gode di importanti passaggi televisivi sull'emittente inglese MTV. 
"Moments in Love" è una composizione presente tutt'oggi in molte raccolte di musica ambient, smooth jazz e chill out, in versione mixata, remixata da altri artisti o originale. E' stata colonna sonora del matrimonio di Madonna (credo con Sean Penn) e viene proposta in molti film e spot pubblicitari.
A voi "Close (to the Edit)"!


Non avete notato niente di familiare in questa canzone?
"Hey, Hey"... non vi sembra di aver sentito il campionamento in "Firestarter" dei Prodigy? Già, già, gli Art of Noise diedero ai Prodigy i diritti per questo campionamento femminile, per poterla inserire nel loro fantastico pezzo. Ascoltiamolo, mette sempre un bel po' di energia addosso!


Nel 1985 il gruppo affronta dei momenti negativi, pare legati al controllo creativo, che scatenano l'abbandono da parte di Dudley, Jeczalik e Langan.
In un'intervista al magazine Melody Maker, nell'ottobre del 1985, Jeczalik disse, a proposito del livello di coinvolgimento di Morley e Horn nell'album "Who's Afraid of the Art of Noise?": "E' difficile da dire. Direi all'incirca l'1,73%, ma potrebbe arrivare al 2. Vedi, tutto quello che è successo è che Gary ed io iniziammo qualcosa, che fu poi rigettato e dovemmo ripetere tutto daccapo". Nel 2002 Morley disse, in un articolo pubblicato su The Guardian, che lui sentiva di essere quello che portava il thè, una sorta di Ringo Starr del gruppo. Rincarò la dose dicendo che dalla sua uscita, con Horn, il successo degli Art of Noise arrivò solo con la collaborazione con Tom Jones... note molto sarcastiche...

Ad ogni modo nel 1986 esce "In Invisible Silence", ora con la China Records/Chrysalis come casa discografica, che contiene la famosa "Peter Gunn", cover della composizione di Henry Mancini, scritta per l'omonima serie televisiva statunitense di cui era tema di apertura e chiusura. Con questo pezzo si aggiudicano un Grammy Award. In questa occasione il gruppo sceglie di non campionare il suono caratteristico della chitarra vibrata di Duane Eddy che, anzi, viene suonata dal vivo.
Il video è simpatico. Il protagonista è il comico inglese Rik Mayall, che prende in giro l'investigazione privata.


Dello stesso album fa parte un'altro pezzo da novanta, "Paranoimia", già bello di per sè, ma ancora amplificato quando gli Art of Noise decidono di remixarlo con la voce campionata del personaggio computerizzato Max Headroom.


Nel 1987, il gruppo è diventato un duo (Jeczalik e Dudley). L'album uscito si intitola "In No Sense? Nonsense" e non raggiunge affatto il successo sperato, neppure con un pezzo che a me tutto sommato non dispiace però, si tratta di "Dragnet".


Nel 1988 esce la cover di "Kiss" di Prince, con la voce di Tom Jones. Questo singolo ebbe molto successo ed effettivamente Morley non aveva tutti i torti a dire, praticamente, che a parte questo pezzo, gli Art of Noise non avevano più concluso niente di buono... anche se qualche chicca ancora c'è stata, a mio parere.

Nel 1989 esce l'album "Below the Waste", senza successo, nonostante il pezzo "Yebo!" interpretato dalle voci delle Mahotella Queens e dal cantante Mahlathini, artisti sudafricani.


E' la fine degli Art of Noise. Nel 1990 si sciolgono. Provano ancora a ricomporre i cocci con la formazione composta da Dudley, Horn. Morley e Lol Creme (new entry) nel 1998. Resistono per due anni, ma nel 2000 si sciolgono definitivamente.
Nei due anni di reunion pubblicano, nel 1999, "The Seduction of Claude Debussy", nuovamente con la ZTT, un concept album che rappresenta il punto di vista del gruppo sulla musica e la vita di Debussy. Il lavoro viene acclamato dalla critica, ma è flop totale nelle vendite. 
Le raccolte degli Art of Noise pubblicate dalle case discografiche ZZT e China Records si sprecano... in tutto sono 19. Molte di esse però sono raccolte di mix e remix dei loro brani.

Per oggi è tutto. Vi saluto con un "Kiss"... Art of Noise feat. Tom Jones version!



martedì 17 aprile 2012

Depeche Mode Vs Bobby Troup Jr.

Oggi vi parlo di un pezzo che i Depeche Mode incidono nel 1987 e pubblicano come B-side del singolo "Behind the Wheel": "Route 66".
"Behind the Wheel" è la sesta traccia dell'album "Music for the Masses", pubblicato a settembre del 1987. 
Da subito si capisce che questa canzone non può essere altro che una cover dal momento in cui, sebbene rivisitata in chiave elettronica, lo stile rimanda a sonorità anni '50.
Infatti c'ero quasi, perché la canzone nasce nel 1946, scritta da Bobby Troup Jr. ed è interpretata per la prima volta da Nat King Cole. Mr. Troup è un attore e cantautore molto famoso negli Stati Uniti, oltre che per "Route 66", per altre canzoni interpretate da artisti famosissimi come Peggy Lee, Little Richard e Miles Davis, per citarne alcuni. Come attore è stato celebre per l'interpretazione del Dr. Joe Early nella sit com americana "Emergency!".
Ecco la versione originale di "Route 66" !


I Depeche Mode non sono gli unici ad aver realizzato la cover di questo fantastico brano, da citare ci sono anche i Rolling Stones e Chuck Berry, ma come ormai dovreste sapere, io amo i Depeche Mode e poi credo che la loro, sia una cover davvero particolare, che musicalmente si discosta in modo originale rispetto alla composizione di Bobby Troup... perciò mi soffermo qui!

Questa cover, oltre ad essere interessante, è originale perchè è un intarsio di "Route 66" con "Behind the Wheel" e si fondono perfettamente! Anche nei concerti questo pezzo è sempre stato eseguito in questo modo. Curiosità: è cantata da Martin Gore e non da Dave Gahan!
E' giunto il momento di ascoltarla insieme, enjoy it!
(Il pezzo è "Route 66", ma il video che lo accompagna è della canzone "Behind the Wheel")




A presto! Stay tuned!



mercoledì 11 aprile 2012

Camouflage

Camouflage... chi conosce questa band tedesca?
Sicuramente tutti gli appassionati di synth-pop e new wave degli anni '80.

L'embrione dei Camouflage nasce nel 1983 in Germania, più precisamente a Bietigheim-Bissingen, cittadina di 40.000 abitanti, non lontana da Stuttgart (Stoccarda), dove quattro amici Heiko Maile, Marcus Mein, Martin Kähling ed Oliver Kreissig fondano i Licensed Technology. Il gruppo però ha vita breve per via dell'abbandono di Martin Kähling, così i tre rimasti cambiano nome prendendo spunto dalla canzone della Yellow Magic Orchestra dal titolo "Camouflage" e ripartono. (La Yellow Magic Orchestra è una band elettropop giapponese di cui fa parte il grande Ryuichi Sakamoto. Sono stati attivi dal 1978 al 1983, nel 1993, e dal 2005 sono nuovamente insieme.)

I Camouflage quindi iniziano a suonare e scrivere pezzi nella cantina dei genitori di Heiko Maile. Nel 1985 incidono il loro primo demo e cominciano a suonare per i locali. Nel 1986 vincono un contest indetto da una radio locale con quello che resterà il loro singolo più famoso, "The Great Commandment". Diverse case discografiche tedesche si interessano ai Camouflage, che scelgono di firmare il loro primo contratto discografico con la Metronome.



Nel 1988 esce il loro primo album "Voices & Images" in cui primeggia proprio il singolo "The Great Commandment", pubblicato precedentemente come singolo di debutto della band, nel 1987.
Altro pezzo importante, con cui conquistano anche il mercato americano è "That Smiling Face". La casa discografica Atlantis si occupa del loro debutto oltreoceano.


L'anno successivo rappresenta la consacrazione, perchè l'album "Methods of Silence" raggiunge ottime posizioni sia nella classifica tedesca, sia nel resto d'Europa e negli Usa. I suoni sono maggiormente ricercati rispetto al precedente lavoro, si sente un bel mix tra suoni digitali nuovi e di strumenti classici.
Il singolo di presentazione di questo bell'album è "Love is a Shield", ritmo incalzante, suoni tipicamente synth-pop ed una bella atmosfera.


Agli inizi del 1990 Oliver Kreissig lascia il gruppo per motivi personali. Marcus e Heiko lavorano al terzo album, che si presenta con suoni più convenzionali, a partire dalla batteria. Per "Meanwhile", album pubblicato nel 1991, i Camouflage abbandonano la batteria elettronica in favore di quella "vera" e collaborano con altri musicisti che suonano strumenti convenzionali.
Il singolo che promuove "Meanwhile" è "Heaven (I Want You)", seguito da un doppio a-side contenente "This Day" e "Handsome".
Handsome è il pezzo che preferisco, nonostante sia un album interessante nella sua interezza. A me è piaciuto molto, alla critica ed al pubblico in generale, un po' meno. Marcus Mein, in un'intervista, ha precisato che l'album rispecchiava una loro precisa volontà di sperimentare qualcosa di diverso; che naturalmente la band avrebbe preferito che le cose fossero andate diversamente, magari se avessero avuto una migliore consulenza sarebbero riusciti a fare meglio... 


Onestamente da "Meanwhile" mi ero un po' persa, non ho più prestato la stessa attenzione a questo gruppo in costante crescita ed evoluzione fino a poco tempo fa. Ma sono rinsavita, meglio tardi che mai, ed ho ascoltato i loro album successivi.
Nel 1992 i Camouflage, ancora orfani di Oliver, si trasferiscono ad Amburgo, dove iniziano a lavorare sul quarto album, "Bodega Bohemia", che uscirà nel 1993. Il loro desiderio è di tornare all'utilizzo più massiccio dell'elettronica e questa decisione effettivamente frutta degli buoni passaggi radiofonici del singolo che pubblicano nel 1993, prima dell'uscita dell'album, dal titolo "Suspicious Love" ed anche una discreta rotazione del video su MTV. 


Questo però non basta, nelle classifiche non sono ben posizionati e così la casa discografica Metronome decide di dare precedenza ad altri artisti (come gli Ace of Base) facendo pubblicare "Bodega Bohemia" solo in Germania.
Gli anni successivi non sono stati positivi per i Camouflage, nonostante un contratto firmato con la BMG tedesca che aveva lasciato ampi spazi alla loro creatività.
Heiko, principale autore per il gruppo, ha iniziato a sperimentare in modo del tutto originale, ispirandosi addirittura ai film di fantascienza, dimostrando davvero coraggio, non premiato, però, nè dalla critica, nè dal pubblico. Esce, così, nel 1995 "Spice Crackers", quinto lavoro in studio della band tedesca. Ascoltiamo uno dei due singoli estratti, dal titolo "X-Ray".


Il duo non si scioglie, ma Marcus ed Heiko si allontanano per un periodo, lavorando ognuno su altri progetti  e collaborazioni musicali.
Passano otto anni e nel 2003 pubblicano "Sensor", sesto album, che vede il ritorno di Oliver Kreissig. In realtà il ritorno nel gruppo è stato nel 1998, ma per problemi con le varie case discografiche l'album ha potuto vedere la luce sono qualche anno dopo, con l'etichetta Island Records.
Da segnalare tra i passaggi in diverse case discografiche, quello alla Virgin, con la quale ripubblicano una nuova edizione del singolo "The Great Commandment" (nel 2001). Per evitare questioni con la Metronome, ormai Polydor, la incidono nuovamente e alla batteria suona Christian Eigner, batterista austriaco che collabora assiduamente con i Depeche Mode, sul palco durante le tournèe, ma anche come autore. Infatti ha collaborato con Dave Gahan alla scrittura di tre pezzi sia nell'album dei Depeche Mode "Playing the Angel"  sia in "Sound of the Universe". Ha anche collaborato alla scrittura dei brani del secondo album solista di Gahan intitolato "Hourglass".

Tornando ai Camouflage, anche "Sensor" resta poco considerato, mentre "Relocated", album del 2007, è ben giudicato in patria, pur senza raggiungere la vetta delle classifiche di vendita. L'album viene pubblicato con l'etichetta tedesca indipendente SPV.
La critica premia la canzone "Dreaming", noi ci fidiamo e la ascoltiamo...


I Camouflage sono in fase di preparazione del loro ottavo album, con uscita prevista per il mese di agosto del 2012, il titolo sarà "Grayscale", che immagino sarà destinato soltanto al mercato tedesco.

Se volete ascoltare una raccolta del gruppo, nel 2001 ne è stata pubblicata una con il titolo "Rewind - Best of 85-97". Mentre dal vivo si possono ascoltare e vedere in "Live in Dresden" (2009).

Per oggi è tutto, a presto!


mercoledì 4 aprile 2012

1981

Altro anno, altra classifica!
Oggi vediamo cosa accade nel 1981, anno di nascita di Giuseppe del blog Il Riccio e la Volpe. Gli avevo promesso un bel post sul suo anno di nascita e dopo un po' di tempo, finalmente provvedo!

Dando uno sguardo a cosa accade nel 1981 vedo che non mancano le notizie degne di nota.
La Grecia entra nella CEE (ora UE), Ronald Reagan succede a Jimmy Carter alla presidenza degli Stati Uniti d'America e nello stesso anno subisce un attentato per mano di John Hinckley.
L'opera di Picasso "Guernica" viene trasferita da New York City a Madrid.
In Francia viene abolita la pena di morte.
A Londra si corre la prima maratona della città, con 7500 atleti alla partenza.
A Roma, Mehmet Ali Agca attenta alla vita del Papa Giovanni Paolo II.
Il piccolo Alfredino Rampi, muore inghiottito da un pozzo artesiano a Vermicino (vicino a Frascati), dopo quasi tre giorni di agonia.
A Londra, il 29 luglio, nella cattedrale di St. Paul viene celebrato il matrimonio tra Carlo d'Inghilterra e la bella e sfortunata Diana Spencer.
L'IBM lancia sul mercato il primo Personal Computer, si tratta del 5150 con processore Intel 8088.

In ambiente musicale ci sono altre news.
Bob Marley è ricoverato al Cedar of Lebanon Hospital di Miami, USA, dove muore l'11 maggio. Famose le parole che disse al figlio Ziggy in punto di morte: "Money can't buy life" (I soldi non possono comprare la vita).
Muore Rino Gatano in seguito ad un incidente stradale.
Il 18 settembre 1981 Simon & Garfunkel tengono a New York City, in Central Park, il mitico concerto a cui assistono 500.000 persone.
Si scioglie la band degli Yes, per riunirsi nel 1983 (si risciolgono nel 2005 e si riuniscono nuovamente nel 2008).
L'emittente inglese MTV sbarca negli Stati Uniti nella Tv via cavo.
I miei adoratissimi Depeche Mode pubblicano il loro primo album "Speak and Spell", il 5 ottobre. Il singolo trainante è la celeberrima "Just Can't Get Enough".

Il 1981 è anno di nascita di molti gruppi importanti! Un breve elenco: Talk Talk, Bangles, Tears for Fears, Mötley Crue, Pet Shop Boys, Pantera, Bananarama, 10.000 Maniacs, Ministry...


Ma dopo tanto parlare è ora di assaporare la Jojo's Top Ten!

10. Puppets - Depeche Mode      (di rappresentanza... dovevo per forza inserirla!)
  9. Suffer the Children - Tears for Fears      (singolo di debutto della band)
  8. Endless Love - Diana Ross e Lionel Richie
  7. The Winner Takes It All - Abba
  6. Bette Davis Eyes - Kim Carnes      (clicca QUI per approfondire)
  5. Woman in Love - Barbra Streisand
  4. Lately - Stevie Wonder

e sul podio...

  3. Tunnel of Love - Dire Straits
  2. Invisible Sun - The Police
  1. In the Air Tonight - Phil Collins






Anche per oggi è tutto, a presto!



Citazione



La musica può esprimere tutti i sentimenti particolari
tutte le sfumature della gioia, della serenità spirituale
l'allegria e ogni capriccio, gli slanci dell'animo
così come può percorrere tutti i gradi della tristezza e dell'ansia.

Wilhelm Heinrich Wackenroder



lunedì 2 aprile 2012

Counting Crows Vs Joni Mitchell

Vi ricordate il film "Two Weeks Notice" (Due settimane per innamorarsi) con l'affascinante Hugh Grant e la bellissima Sandra Bullock?


La colonna sonora del film contiene canzoni molto belle come "Respect" interpretata dalla mitica Aretha Franklin (scritta da Otis Redding), "Papa's Got a Brand New Bag" di James Brown, ma anche dal brano che più associamo al film: "Big Yellow Taxi" cantato dai Counting Crows insieme a Vanessa Carlton, già inserito nel loro album Hard Candy e poi nella colonna sonora di questo film del 2002.


L'originale di questa canzone, però, è stato scritto da una grandissima cantautrice e pittrice canadese, Joni Mitchell, artista davvero creativa, in attività dal 1964.
"Big Yellow Taxi"  è stata scritta dalla Mitchell  nel 1970  e viene pubblicata sia come singolo,  sia nell'album uscito proprio in quell'anno dal titolo "Ladies of the Canyon".
Arrivò al 24esimo posto della classifica Billboard Top100 in versione live, pubblicata nel 1975. Nel 2007, Joni Mitchell ne pubblica una nuova versione nell'album Shine.
La canzone è stata scritta durante un soggiorno alle Hawaii dell'artista, che ammirando lo splendido panorama dalla camera del suo albergo, si accorge di un ampio parcheggio asfaltato proprio sotto l'hotel. Il tema della canzone è ambientalista, argomento non così popolare nelle canzoni di quegli anni. 
Si può notare dai versi:
"They paved paradise
to put up a parking lot"
(Hanno asfaltato il paradiso / per metterci un parcheggio)
"Hey farmer farmer
Put away the DDT
I don't care about spots on my apples
Leave me the birds and the bees
Please!"
(Hey contadino / metti via il diserbante / non mi importa delle macchie sulle mie mele
lasciami gli uccelli e le api / per favore!)

Joni Mitchell ha pubblicato tanti successi, ma salutandovi, vorrei che ascoltaste un brano che mi emoziona sempre. Si tratta di "Blue", pezzo scritto nel 1971 in un periodo in cui le droghe imperversavano ed andavano di pari passo al successo, legato indissolubilmente a momenti di tristezza e di solitudine.



Alla prossima! Stay connected!




domenica 1 aprile 2012

Kraftwerk

Adoro la musica elettronica, dunque è arrivato il momento di parlarvi dei Kraftwerk, pionieri della musica elettronica, band tedesca nata nel 1970 a Düsseldorf, in Germania.
Il loro nome significa "centrale elettrica", direi nome perfetto per descriverli.

I fondatori dei Kraftwerk sono Ralf Hütter e Florian Schneider, allora studenti di conservatorio, che avevano appena lasciato il gruppo di cui facevano parte. 
Pubblicano il primo album che si intitola "Kraftwerk 1" nel 1971 impiegando tre mesi per registrarlo, dal luglio al settembre del 1970. Per l'incisione si avvalgono dell'aiuto dei percussionisti Andreas Hohmann e Klaus Dinger. L'album ha sonorità krautrock... A mio parere un buffo termine che è stato coniato dalla stampa angloamericana per definire la musica tedesca dei primi anni '70 che aveva sonorità new wave, elettroniche, techno, tipiche dei paesi sassoni. "Kraftwerk 1" contiene solo quattro tracce, insolitamente lunghe (tra i 4 ed i 10 minuti). Sentiamone una: "Stratovarius".


Non sapevo quanti fossero stati i componenti della band entrati ed usciti in quarantadue anni di attività, mi sono documentata e dovrei scrivere un articolo apposta, per cui vi dirò solo dei fondatori: Ralf Hütter a parte una defezione nel 1971 è tutt'ora nel gruppo, mentre Florian Schneider ha lasciato i Krafwerk nel 2008.
Per i più curiosi: leggete QUI

Il 1972 è l'anno di "Kraftwerk 2", album in cui si ripropone lo stile krautrock, arricchito di elettronica. Hütter ama definire questo genere Robot Pop.

Il 1973 è l'anno della svolta dei Kraftwerk, che assumono come collaboratore grafico il pittore Emil Schult il cui stile sarà di ispirazione per l'immagine del gruppo.
Aprono il proprio studio di registrazione, Kling Klang, dove registrano il loro terzo album "Ralf and Florian" sempre più elettronico. Sempre nel 1973 esce il primo singolo pubblicato dalla band, dal titolo "Kometenmelodie".


La consacrazione dei Kraftwerk avviene nel 1974, anno in cui pubblicano l'album "Autobahn". L'elettronica è massiccia, l'uso dei sintetizzatori è fondamentale, minimoog e Arp Odissey in prima linea, ma si affiancano comunque i suoni, presenti negli album precedenti, dei flauti, violini e chitarre.
Dell'album, composto da cinque tracce, fa parte "Kometenmelodie", a cui si affianca "Kometenmelodie 2".
Il brano che ha il titolo dell'album dura 22 minuti e 40 secondi. La single version però dura 3 minuti circa, eccola qui!


Nel 1975 esce "Radio-Aktivität", quinto album ufficiale dei Kraftwerk, autoprodotto nel loro Kling Klang Studio. I temi affrontati sono l'inquinamento radioattivo e la radio. E' un concept album, dove la band sperimenta la totale elettronica, abbandonando gli strumenti tradizionali, suonando soltanto strumenti elettronici. E' pubblicato in versione tedesca ed in quella inglese.


Curiosità: l'ultima traccia dell'album si intitola "Ohm sweet Ohm", omaggio al fisico tedesco che diede il nome alla legge omonima, con un titolo in assonanza con "Home sweet Home".

"Trans Europe Express" viene pubblicato nel 1977 in versione tedesca, inglese e francese. La rivista Rolling Stone piazza l'album al 250esimo posto tra i 500 migliori di sempre.
Con questo lavoro i Kraftwerk confermano il passaggio completo all'elettronica, facendo un grande uso di  sequencer, vocoder (codificatore di segnali elettrici/elettronici) e Vako Orkestron (campionatore), oltre ai sintetizzatori.

Il singolo "The Robot", che fa parte dell'album "Die Mensch-Machine", in inglese The Man-Machine, del 1979, è un pezzo che esprime davvero l'essenza del gruppo. Ascoltatelo, parla da sè!


Arriva il 1981 ed un altro concept album per i Kraftwerk, dal tema: computer, che iniziano ad affacciarsi sul mercato e che cambieranno davvero il mondo. Il titolo dell'ottavo lavoro del gruppo è "Computer World" ("Computerwelt", in lingua originale). Le traduzioni sono state fatte in inglese, giapponese, francese ed anche italiano! Hanno tradotto nelle varie lingue la canzone che promuove l'album "Pocket Calculator".
Eccola qui, in italiano!


Nel 1986, dopo una lunga pausa dovuta ad un grave incidente occorso a Ralf Hütter mentre andava in bicicletta, vede la luce uno dei lavori che più amo dei Kraftwerk, "Electric Cafè", il primo del gruppo ad essere registrato in digitale.
La canzone che dà il titolo all'album ha un riff che non si dimentica facilmente.


I due singoli di promozione dell'album sono "The Telephone Call" e "Musique non Stop" di cui è stato realizzato un video dalla curatrice d'immagine Rebecca Allen, che ha preso il posto a Schult, dopo il suo abbandono, nel 1982. Questo album è stato pubblicato in inglese, francese e spagnolo e pare abbia riscosso meno successo del precedente.

Un'altra lunga pausa attende i Kraftwerk, che torneranno sulle scene con un singolo "Expo 2000" in onore dell'Expo universale di Hannover del 2000. Dopo 17 anni e l'uscita di una raccolta, nel 2003 pubblicano "Tour de France Soundtracks", album che contiene dodici tracce e che sarà seguito da una lunga tournèe promozionale. L'album è uscito in concomitanza con i festeggiamenti per il centenario del Tour de France e la versione originale è in lingua francese.
Curiosità: dal 2002, nei live, utilizzano pc portatili Sony VAIO. 

Dopo la pubblicazione di una raccolta di esibizioni live chiamata "Minimum-Maximum", del 2005, nel 2009 pubblicano "The Catalogue", cofanetto con otto album della band, dal 1974 al 2003.
Fonti non ufficiali comunicano che Ralf Hütter abbia ventilato l'ipotesi di un'uscita di un altro cofanetto contenente i primi tre album dei Kraftwerk, ma non si hanno conferme.
Il gruppo è comunque attivo, aspettiamo novità!

I Kraftwerk hanno influenzato altri artisti, come i miei adorati Depeche Mode, Soft Cell, New Order, Human League, Ultravox... nomi importanti e soprattutto gruppi con una decisa elettronica nel proprio stile.
Non male, eh?

Vi saluto con "Musique Non Stop", su il volume!




Per oggi è tutto, a presto!