venerdì 30 marzo 2012

1984

Dopo aver pubblicato le Jojo's Top Ten di una parte degli anni '70, vorrei parlare degli anni '80.
Ho deciso di fare un tuffo nel 1984, l'anno in cui ho cominciato la scuola elementare. Avevo sei anni e sicuramente allora non potevo apprezzare la musica "da grandi" e tanto meno interessarmi degli avvenimenti che accadevano... sinceramente credo badassi molto di più a giocare, fare i compitini e guardare i cartoni animati, già a quell'età cantando le sigle tanto da far venire mal di testa ai familiari... Ricordo di aver irritato parecchio i timpani di mio fratello con la sigla di Jeeg Robot d'acciaio, che continuavano a trasmettere, nonostante il cartone animato fosse uscito circa dieci anni prima. 

Nel 1984 la Apple presenta il primo computer della serie Macintosh.
Diego Armando Maradona inizia la sua sfolgorante carriera nel Napoli, portando la squadra nei suoi anni d'oro.
A Los Angeles si svolgono le Olimpiadi ed a Sarajevo le Olimpiadi invernali.
In Australia viene introdotta la moneta da 1 dollaro e dalla Russia è lanciata la sonda spaziale Vega 2 con il doppio obiettivo di osservare la cometa di Halley ed il pianeta Venere.
Beverly Lynn Burns, statunitense di Baltimore, nel Maryland,  è la prima donna a comandare un Boeing 747.
La repubblica africana dell'Alto Volta nel 1984 istituisce il nome Burkina Faso.

Il cinema ci fa assaporare dei grandi successi, a partire dal capolavoro di Sergio Leone "C'era una volta in America" con le straordinarie musiche di Ennio Morricone ed interpretato da attori come Robert De Niro, James Woods, Jennifer Connelly e Joe Pesci, solo per citarne alcuni. E' anche l'anno di Beverly Hills Cop, Ghostbusters e l'indimenticabile Footloose con un giovane ed intrigante Kevin Bacon. La colonna sonora di questo film è bellissima, con certe canzoni non si può restare fermi, si deve ballare per forza!

La musica, le canzoni, i cantanti e le band... che dire, gli anni '80 sono particolarmente ricchi di successi che tutt'ora ascoltiamo, questa volta avrei dovuto creare una Top 50, visto che nel 1984 sono stati pubblicati davvero dei pezzi stupendi! 
Ricordo a tutti che la classifica è esclusivamente dettata dai miei gusti, so bene che nel 1984 sono uscite "Radio Ga Ga" dei Queen, "What's Love Got To Do With It" di Tina Turner e tante altre che comunque mi piacciono molto, ma in classifica inserisco i pezzi che ascolto, che ho suonato, cantato e che preferisco. 

Fine delle chiacchiere, ecco a voi la Jojo's Top Ten del 1984.

10. I Just Call To Say I Love You - Stevie Wonder
  9. Somebody's Watching Me - Rockwell feat. Michael Jackson (e Jermaine Jackson)
  8. The Reflex - Duran Duran
  7. Smalltown Boy - Bronski Beat
  6. Time After Time - Cyndi Lauper
  5. Such a Shame - Talk Talk
  4. Big in Japan - Alphaville

... e sul podio...

  3. I Want to Know What Love Is - Foreigners
  2. Blasphemous Rumours - Depeche Mode
  1. Two Tribes - Frankie Goes To Hollywood 





A presto!



mercoledì 28 marzo 2012

Sigur Ròs

Ma secondo voi, un gruppo che ha tra i propri fans Dave Gahan, Moby, Coldplay, Brian Molko (Placebo), Madonna, Red Hot Chili Peppers, Metallica, Radiohead e No Doubt, solo per citarne alcuni... può essere considerato davvero poco in Italia? Sì, purtroppo la risposta è sì. Oggi sono un po' polemica, per cui se penso a quanti cantanti da strapazzo ci propinano in radio e tv e poi ascolto gruppi così devo ammettere che mi viene un tantino il nervoso.

Io adoro Björk, mi piace la sua voce tagliente, il suo stile insolito ed il fascino esotico che subisco pensando all'Islanda, la sua patria, per cui, quando avevo sentito che proprio dall'Islanda provengono i Sigur Ròs, il mio livello di attenzione si è alzato. Ho maggiormente prestato attenzione a loro perché la stessa Björk, ascoltando il loro primo singolo, ha creduto nella band, facendo sì che "Fljùgðu" (che significa "Volo") fosse inserito nella compilation che celebrava il cinquantesimo anniversario dell'indipendenza islandese, dal titolo "Smekkleysa ì Hàlfa Öld".


Nel 1994, esattamente il 4 dicembre, Jònsi Birgisson, Àgùst Ævar Gunnarsson e Georg Hòlm danno vita ai Sigur Ròs. Il nome Sigurròs significa rosa della vittoria ed è il nome della sorellina di Jònsi, nata proprio quel giorno.
Si mettono al lavoro ed in appena sei ore registrano la versione definitiva di "Fljùgðu".
A causa di problemi economici, impegni con altri gruppi dei ragazzi, all'epoca neppure ventenni, il primo album vede la luce nel 1997 e si intitola "Von" (speranza, in italiano).
Ascoltato in tempi recenti dimostra che il gruppo è ancora in fase di crescita, ma si capisce già che il loro stile è unico ed eclettico come i componenti della band.
Jònsi è cieco da un occhio, motivo per cui ha avuto problemi con i compagni a scuola e porta il proprio disagio, allargandolo ad altre tematiche, nelle canzoni del gruppo. Con il tempo ha imparato a scherzarci su, affermando di non riuscire a concepire la visione stereoscopica del mondo.
Suona la chitarra con un archetto da violoncello, che era stato regalato ad Ágùst. Georg provò a suonare il basso utilizzandolo, ma il suono fu pessimo, cosa che invece piacque a Jònsi per la sua chitarra.

Sigur Ròs

L'album "Von" è un successo in patria, ma viene pubblicato in tutto il mondo solo dopo il loro terzo album.
Da "Von" possiamo estrapolare pezzi come "Sigur Ròs", sorta di viaggio ambient tra i vulcani d'Islanda, "Von" e "Haffsòl", pezzi che eseguono tutt'ora nei live e "Myrkur" (Buio, Oscurità), brano che balza al numero uno delle classifiche islandesi subito dopo l'uscita. Ascoltiamolo!


Nel 1999 esce l'album che porta alla ribalta i Sigur Ròs, si intitola "Ágætis Byrjun" (che significa"Un buon inizio"). Il titolo deriva dal fatto che gli amici della band, ascoltando i primi pezzi destinati all'album, abbiano commentato così le canzoni di Jònsi e soci. Da questo album la formazione si arricchisce di Kjartan Sveinnson, tastierista e polistrumentista, perde però Ágùst, il batterista, che lascia il gruppo in favore di Orri Pàll Dyrason.
Sono dieci canzoni per una durata di circa 62 minuti... i pezzi dei Sigur Ròs sono sempre molto lunghi, in questo album, ad esempio c'è "Viorar vel til loftàràsa" che dura 10 minuti! e gli altri sono quasi tutti tra i sei e gli otto minuti. Il motivo si può comprendere ascoltando le loro canzoni, non si potrebbe condensare in tre/quattro minuti l'atmosfera che vogliono trasmettere.
Ascoltiamo la canzone che dà il titolo all'album, che insieme a "Svefn-g-englar" ha fatto parte della colonna sonora del film Vanilla Sky, con Tom Cruise.


I Sigur Ròs cantano in islandese, non sono stati contaminati dal mercato discografico che vedrebbe sicuramente bene un passaggio all'inglese delle loro composizioni. Anzi, a dire il vero l'islandese è utilizzato in "Ágætis Byrjun" e "Takk", album del 2005, per il resto Jònsi fa uso del cosiddetto hopelandic (vonslenka, in islandese), un linguaggio inventato perché la voce viene considerata strumento musicale al pari delle tastiere, della chitarra, del basso e della batteria. Anche il nostro compianto Lucio Dalla faceva uso di linguaggi inventati proprio per lo stesso motivo e anche lui era fan della band islandese.

Il terzo album esce nel 2002 ed è davvero particolare. Il titolo è "( )". Due parentesi senza nulla all'interno.
E' conosciuto anche con il nome Svigaplatan, ovvero l'album delle parentesi. 
Contiene otto tracce, tutte senza titolo. La band ha invitato, sul proprio sito, i fans a dare i nomi alle canzoni, con lo stato d'animo provato all'ascolto. La quarta è conosciuta come "Njòsnavèlin" (La macchina spia) ed è lo sfondo musicale dell'ultima scena del film Vanilla Sky. La settima è "Dauðalagið (La canzone della morte) è stata usata per il lancio del videogioco Dead Space.
Tutto l'album è cantato in hopelandic.
Cerchiamo di capire qualcosa in più ascoltando la quarta dell'album, in versione live.


Il 2005 è l'anno di "Takk..." (Grazie...). Il quarto album dei Sigur Ròs è trainato dal singolo "Hoppìpolla", che significa "saltando sulle pozzanghere". Questo pezzo appare in molte occasioni, dalla trasmissione americana Planet Earth al video celebrativo in onore di Roger Federer, campione di tennis, in occasione del suo trionfo al torneo di Wimbledon del 2006. 
Curiosità: nell'edizione del Festival di Sanremo del 2010, condotto da Antonella Clerici, la stessa era solita invitare il maestro Sabiu a suonare la "sua" composizione chiamandola "Sabiu settima", stacchetto di apertura delle serate... Sua non direi proprio, visto che è Hoppìpolla dei Sigur Ròs... In rete c'è un video di intervista al Maestro Sabiu che ha affermato di aver voluto omaggiare i Sigur Ròs... però non mi sembra che il gruppo sia stato menzionato durante le serate del Festival, o mi sbaglio? 
Dopo tanto parlare, ascoltiamola!


Nei due anni successivi escono raccolte ed un Cd+Dvd del documentario Hlemmur, per cui il gruppo aveva registrato canzoni mai apparse altrove. Si parla della collaborazione con il grande Flood per la realizzazione del nuovo album. Flood, dei Nine Inch Nails, è anche il produttore che ha lavorato con band come Placebo, Killers e Goldfrapp ed ha lanciato gli Smashing Pumpkins.

Nel 2008 esce "Með suð ì eyrum við spilum endalaust" (Con un ronzio nelle nostre orecchie suoniamo senza fine), quinto album della band, promosso con il singolo "Gobbledigook", scaricabile gratuitamente dal sito della band: Sigur Ròs



Ora aspettiamo il loro sesto album che si intitola "Valtari" (Rullo, in italiano) in uscita il 28 maggio 2012.
Il singolo che lo promuove è "Ekki Mùkk" (Letteralmente "No gabbiano", così mi dice il traduttore!) e l'album conterrà otto tracce. Il bassista del gruppo Georg Hòlm afferma che ci sarà un maggior contenuto elettronico, ma l'album non sarà "dance".
Qui la copertina!


E con "Ekki Mùkk" vi saluto!
Grazie per essere arrivati fino in fondo all'articolo... ora tutti a studiare l'islandese! 
A presto!




giovedì 22 marzo 2012

Kim Carnes vs Jackie DeShannon

A chi non piace la canzone "Bette Davis Eyes" ? Ok, forse non a tutti, ma a me sì, e dunque ve ne parlo :-)


La voce rauca e stilosa di Kim Carnes ha portato al successo questa canzone dal riff indimenticabile nel 1981 e in molti le attribuiscono la maternità del pezzo. Ma molti non sanno che Kim deve ringraziare chi davvero ha scritto questo brano: Jackie DeShannon (insieme a Donna Weiss).

Il pezzo è stato scritto nel 1974 ed inserito nell'album della DeShannon intitolato "New Arrangement", del 1975, il 22esimo album della sua carriera.
La sua interpretazione è un po' in stile vaudeville, ovvero uno stile un po' cantato un po' recitato, tanto in voga nell' '800 nei teatri francesi. Il Vaudeville è proprio un genere teatrale, che sfocerà nel Varietà del '900.

Jackie DeShannon è una cantautrice pop, rock'n'roll ed un po' folk, una delle prime rock'n'roll women a diventare famose negli anni '60. Il suo primo album, "Jackie DeShannon", esce nel 1963. E' un'artista molto attiva e pubblica ben 38 album, tra novità e raccolte, dal 1963 al 2011.
Spiccano tra le sue hits "Needles and Pins" del 1963 (scritta per lei da Sonny Bono) e "When You walk in the Room" sempre del 1963 che fanno parte del suo primo album, "What The World Needs Now Is Love" del 1965 (scritta per lei da Burt Bacharach e Hal Davis), "Put a Little Love in Your Heart" del 1969 e "The Weight" scritta per uno spot Pepsi Cola nel 1968. A parte qualche canzone di cui è stata omaggiata è stata molto vivace nella scrittura, ha scritto molti pezzi anche per altri artisti come "Don't Doubt Yourself Babe", singolo di esordio per The Byrds, insieme a Jimmy Page ha scritto "Come Stay With Me" ed altro materiale per Marianne Faithfull e molto altro (piccolo gossip: La DeShannon e Jimmy Page hanno avuto una relazione negli anni '60). Sono sue alcune composizioni della colonna sonora del film del 1988 "S.O.S. Fantasmi", con Bill Murray e John Glover.

Ok, ora ascoltiamo la sua "Bette Davis Eyes"... e qualche altro pezzo!


Needles and Pins

Put a Little Love in Your Heart

A presto!

lunedì 19 marzo 2012

1935

Oggi è la Festa del Papà, nonché San Giuseppe, prima di tutto auguro a tutti i papà ed i Giuseppe buona festa! ... Quindi voglio fare una dedica al mio papà, con una Jojo's Top Ten davvero speciale, perché si torna indietro di tanti anni... si fa un viaggio attraverso il 1935, che è l'anno di nascita di mio padre.

La seconda guerra mondiale non è ancora stata combattuta, si è nel bel mezzo del ventennio Fascista (1925-1945), dunque in un particolare periodo per l'Italia. 
Vediamo cosa accade in Italia nel 1935...
Lorenzo Brondi fonda l'omonima azienda (quella dei telefoni, per intenderci), Antonio Bencini fonda a Torino la società Filma, che costruisce macchine fotografiche. Per il resto, di rilevante sono più che altro fatti storici legati a Benito Mussolini, che in quell'anno prepara l'invasione dell'Abissinia, regione etiope, per cui la Società delle Nazioni sanziona l'Italia con embarghi e divieti. Non è un periodo in cui possano verificarsi eventi curiosi, sopra le righe o tanto creativi, si è sotto dittatura e le cose vanno in un certo modo. Non mi dilungo in questa sede, vi invito piuttosto a reperire in rete le informazioni storiche e politiche del tempo.
Nel mondo si assiste ad avvenimenti sicuramente più variegati.
In Giappone purtroppo muore Hachiko, l'8 marzo del 1935, il cane diventato celebre ai più dopo la narrazione della sua storia nel film con Richard Gere, almeno qui, perchè in Giappone è un mito da sempre!
La Cooper's Inc., con sede nel Wisconsin, USA,  è la prima azienda al mondo ad iniziare la vendita degli slip.
Nel 1935 viene formalmente vietato agli aerei di sorvolare la Casa Bianca. La Persia viene rinominata Iran. 
Si corre per la prima volta la Vuelta, gara ciclistica spagnola a tappe che con il Giro d'Italia e il Tour de France compone il trio delle più importanti gare ciclistiche a tappe del campionato del mondo.
Nasce l'associazione internazionale AA Alcoholics Anonymous ad Akron in Ohio, USA.
Ad Oklahoma City, USA, viene installato per la prima volta nel mondo il parchimetro.
Importantissimo ai fini artistici e musicali, nel 1935 nasce Elvis Presley! Nascono anche Sonny Bono, Alain Delon e Woody Allen.

Ed ora la musica... devo ammettere di muovermi in un periodo che non mi è assolutamente congeniale, vediamo cosa riesco a fare!
Il 1935 è l'anno di composizione di "Faccetta nera" classico inno del periodo fascista, che incontrò aspre critiche per due motivi, il fatto che la prima stesura fosse in romanesco e poi per il riferimento alla "bella abissina" quasi ad incitare la commistione di razze, non vista di buon occhio dal Regime...
Sinceramente vorrei trattare di canzoni storiche, ma non in questo senso... Vorrei parlare di artisti come Louis Armstrong, attivo già dalla fine degli anni '20 negli States. Purtroppo però qui in Italia la censura è tosta, per cui più che canzoni legate al Fascismo non si hanno influenze straniere soprattutto perché le migliori provengono da artisti neri, rappresentanti indiscussi di blues, gospel, swing, jazz...

Devo però stilare una classifica, che in questo caso è più propriamente un elenco delle canzoni che ho sentito almeno una volta di quel periodo. Non posso neppure essere precisa nell'anno di pubblicazione, al contrario di come affronto le classifiche solitamente... per questa volta accontentatevi!

Allora, la Jojo's Top Ten del 1935 (diciamo dal 1932 al 1939...)

10. Faccetta Nera - Giuseppe Micheli, Mario Ruccione (1935)
  9. Parlami d'amore Mariù - Cesare Andrea Bixio, cantata da Vittorio De Sica (1932)
  8. Tulilem Blem Blu - Trio Lescano (1937)
  7. Little Rock Getaway - Joe Sullivan (1935)
  6. Sing, Sing, Sing - Benny Goodman (1935)
  5. Showboard Shuffle - Duke Ellington (1935)
  4. All of Me - Louis Armstrong (1932) scritta da Gerald Marks e Seymour Simons

... ed il podio...

  3. Miss Brown to You - Billie Holiday con Teddy Wilson (1935)
  2. Porgy and Bess - opera di George Gershwin (1935)
  1. Summertime - Billie Holiday (estratto dall'opera Porgy and Bess di Gershwin del '35) 






Che fatica questo post ragazzi!!!
Per oggi è tutto! Alla prossima, stay connected!


giovedì 15 marzo 2012

Citazione


E’ meraviglioso come la musica abbia la possibilità di salvarci dall’irrigidimento, 
dalle convenzioni a cui tutti andiamo incontro 
e farci tornare uno stupore incantato nei confronti delle cose.

Giovanni Allevi



martedì 13 marzo 2012

Frankie Goes To Hollywood

Cinque nomi...
Holly Johnson, Paul Rutherford, Peter Gill, Mark O'Toole, Brian Nash.
Loro... i Frankie Goes To Hollywood.

Sono stati attivi dal 1980 al 1987 ed hanno pubblicato solo due album in studio che, per la bellezza, particolarità ed i suoni che a distanza di tanti anni restano moderni, è sempre un piacere ascoltare. La voce del leader, Holly Johnson è precisa, dal timbro inequivocabile e sfrontata, come il suo personaggio.

Nascono a Liverpool in UK, quando Holly Johnson, già della band Big in Japan, si mette in contatto con Paul Rutherford (ex The Spitfire Boys) ed insieme agli altri tre emergono dall'Inghilterra punk degli anni '70 fondando i Frankie Goes to Hollywood. Le origini del nome del gruppo non sono chiare, prima di tutto non si capisce bene chi sia Frankie... loro stessi in più interviste fanno nebulosi riferimenti talvolta al grande Frank Sinatra ed altre volte a Frankie Vaughan (cantante di musica tradizionale inglese attivo tra gli anni '50 e '80).
Inoltre, c'è il gioco di parole tra il nome del leader Holly e la città di Hollywood, non si sa bene se la cosa sia stata voluta oppure no.

Il loro primo singolo è "Relax", pubblicato nel 1983, che inizialmente viene censurato per i contenuti e per la copertina del disco dalla BBC.



La band, pochi giorni dopo la censura, è ospite nella trasmissione televisiva Top of the Pops e proprio per via della pubblicità creata intorno allo scandalo il brano raggiunge le vette delle classifiche inglesi dei singoli. Dopo la realizzazione del video relativo alla canzone, la band viene scritturata dell'etichetta ZTT Records di Trevor Horn, che li seguirà nel loro successo planetario.
Tecnicamente devo specificare qualcosa sulla registrazione del pezzo. Scritto dalla band, inizialmente non aveva il ritmo incalzante e spiccatamente elettronico con sfumature rock, che è stato inciso... anzi, suonava quasi funky e molto più "leggero" a quanto pare. Il produttore, Trevor Horn, ha messo mano a tutta la parte strumentale, indurendo la linea di basso che è stata poi imitata, ripresa, usata innumerevoli volte da tanti artisti negli anni successivi ed ancor oggi; ha sapientemente fuso chitarre e tastiere ed il risultato è stato davvero perfetto. L'unica cosa su cui non ha avuto modo di dir nulla è stata l'impostazione della voce... Holly Johnson non aveva di certo necessità di "consigli". Alcuni detrattori affermarono che probabilmente la band non era poi così preparata, magari non era in grado di suonare bene e che fosse costruita. Ovviamente si sbagliavano.
Dopo lo spiegone, ascoltiamo "Relax", ma non in relax... belli vivaci e con le testoline che si muovono a ritmo!


Il secondo singolo che la band pubblica prima dell'uscita del loro primo album è "Two Tribes", a maggio del 1984. Basso martellante, riff di chitarra con arrangiamenti orchestrali ispirati alla colonna sonora del film "Protect and Survive" promosso dalla United Kingdom Public Information (film destinato a spiegare ai cittadini cosa fare in caso di attacco nucleare). Eccolo qui, in tutto il suo imponente splendore.


Il 1984 è l'anno del primo album dei Frankie Goes to Hollywood dal titolo "Welcome to the Pleasuredome".
Contiene "Relax", "Two Tribes" e successi indiscussi come la ballata dolcissima "The Power of Love" e la lunga e sorprendente "Welcome to the Pleasuredome", 12 minuti e 58 secondi di follia musicale!!
L'album è composto da brani e pezzi strumentali di collegamento tra le varie canzoni, da ascoltare tutto d'un fiato, senza stancarsi. La ricercatezza e la teatralità dei suoni e la voce di Holly Johnson sono un perfetto mix che secondo me non ha eguali.
Una piccola pausa sognante, con "The Power of Love"...


Dell'album fa parte anche "War", scandita dalla voce di Holly che canta 
"War,
What is it good for?
Absolutely nothing... " 
E' un aperto inno contro la guerra,  un testo molto chiaro. Qui in versione live.


La band in questo periodo ha un successo magnifico, tanto da avere ben tre singoli che si alternano alla posizione numero uno in classifica e sono "Relax", The Power of Love" e "Two Tribes".
Vengono anche vendute delle magliette con le scritte "Frankie say War! hide yourself" e "Frankie say Relax Don't Do It!"... Tipo questa (Paul Rutherford è "l'indossatore" e dietro di lui c'è Holly Johnson)

Fonte: www.en.wikipedia.org

Nel 1986 esce il loro secondo ed ultimo album "Liverpool", segnato da un cambiamento stilistico dovuto anche al cambio di produttore musicale. Il produttore di questo album è Stephen Lipson, che successivamente lavorerà con i Simple Minds, per cui si intuisce che i suoni si ammorbidiscono un po' trovando atmosfere interessanti, ma diverse rispetto al precedente lavoro.
I pezzi che più hanno destato il mio interesse sono "Rage Hard" e "For Heaven's Sake", due pezzi molto diversi tra loro, il primo energico, il secondo una bella ballata.
Vi faccio ascoltare "For Heaven's Sake", dal vivo nel 1987. Holly Johnson sempre fantastico!


Il 1987 è l'anno dello scioglimento del gruppo, confermato anche da una bruttissima dichiarazione di Holly Johnson il quale sostiene che del gruppo non gliene sia mai importato nulla, gli interessava soltanto la sua carriera... molto triste come affermazione.
Infatti intraprende la carriera solista che però non lo porterà al successo ottenuto con i Frankie Goes To Hollywood e si dedica alle arti figurative, hobby/lavoro che tutt'ora porta avanti, con discreto successo.

Per ascoltare il meglio di questa band vi consiglio una delle varie raccolte pubblicate nel corso degli anni:  "Bang!... The Greatest Hits of Frankie Goes to Hollywood", uscita nel 1993.

I Frankie Goes To Hollywood, si riuniscono nel 2004, senza Johnson e Nash, ma con Ryan Molloy e Jad O'Toole ed intraprendono l'attività live, ma senza pubblicare novità. Il gruppo si scioglie nuovamente e definitivamente nel 2007, dopo l'abbandono di Ryan Molloy.

Welcome to the Pleasuredome my friends...! 




mercoledì 7 marzo 2012

Aggiornamento: Roxette

Ciao a tutti,
leggendo il blog di Paòlo (DoReMi Fan) ho scoperto proprio oggi che i Roxette usciranno il 23 marzo 2012 con il loro nuovo album, a solo un anno di distanza dal precedente.
Il titolo è "Travelling" ed il singolo apripista si intitola "It's Possible".
Ascoltiamolo insieme!


Per completezza ho aggiornato il post che parla dei Roxette, che avevo pubblicato a novembre 2011.
Potete trovarlo qui:  Roxette 

A presto!

lunedì 5 marzo 2012

Talk Talk

In questo weekend ho riscoperto un gruppo che per un periodo ho ascoltato allo sfinimento, i Talk Talk. 
Dopo aver condiviso un loro video su Twitter e su consiglio di Giuseppe, follower devoto e blogger ho deciso di parlarvene. (Consiglio: date un'occhiata al blog di Giuseppe, è davvero interessante! Ecco qui: Il riccio e la volpe)

Ho iniziato ad ascoltare i Talk Talk in tenera età, credo intorno ai 10/11 anni, partendo dal loro successo "Such a Shame" che credo sia la canzone più nota del gruppo e successivamente ho ascoltato praticamente tutta la loro discografia, scoprendo così una band davvero eccezionale.
Ma partiamo dall'inizio. 

I Talk Talk nascono in Inghilterra, a Londra, nel 1981 dalla fusione delle ceneri dei Reaction, duo punk composto da Mark Hollis ed il fratello Ed, insieme a Paul Webb, bassista, e Lee Harris, batterista. Dopo poco tempo Ed Hollis lascerà la band, sostituito alle tastiere da Simon Brenner, che a sua volta, nel 1983 abbandonò la band in favore di Tim Friese-Greene, che con Mark Hollis firmò la maggior parte dei loro successi.
Dopo un iniziale contratto con la Island Records che non portò praticamente da nessuna parte, il gruppo ottiene un contratto con la EMI, con cui incisero il loro album di esordio "The Party is Over", nel 1982, prodotto da Colin Thurston, già produttore di David Bowie e dei Duran Duran.
L'album appartiene alla corrente New Romantic che imperversava in quegli anni, nata sulla scia della musica di David Bowie e dei Roxy Music, di cui facevano parte band come i Duran Duran, i Depeche Mode degli esordi, gli Spandau Ballet ed i Visage.
I singoli estratti di maggior successo sono "Talk Talk" e "Today", belle canzoni, in Europa vanno bene, però non ottengono grandi risultati negli Stati Uniti, dove agli inizi degli anni '80 imperversavano Foreigners, Chicago, Fleetwood Mac e Stevie Nicks, Paul McCartney... si c'erano i Soft Cell, ma forse l'America non era così pronta all'elettronica ed al synth-pop dei gruppi europei.
Ascoltiamo Today, per tornare un po' agli inizi degli anni '80!


Il 1984 vede tornare i Talk talk con l'album "It's My Life" che li porta al successo mondiale, pur non riscuotendo molti consensi in patria.
I pezzi che trainano questo album sono "Such a Shame" e "It's My Life"... non c'è neppure bisogno di commentarli, il fatto di sentirli tutt'ora, trasmessi dalle radio più disparate, e che numerose cover siano state realizzate, è il segno inequivocabile del loro successo.
Ecco "Such a Shame" tutta per voi!

"Such a shame
To believe in escape
A life on every face
And that's a change
Until I'm finally left with an 8..."


A dire la verità, questo album è strepitoso, ogni pezzo è bellissimo, le sonorità, per quanto possano essere etichettate banalmente come "elettroniche", hanno  una spiccata personalità, la firma dei Talk Talk è chiarissima, il gruppo ha la propria e precisa identità, che lo rende unico.
Tra i nove brani che compongono questo capolavoro, io amo particolarmente "Tomorrow Started" e "Renée", per quanto "Dum Dum Girl", il pezzo di apertura, sia decisamente bello. 
Ho tirato a sorte, vi beccate "Renée"...


Dopo due anni di concerti per la promozione dell'album e un lungo lavoro in studio, il 1986 è l'anno di pubblicazione di "The Colour of Spring" che preannuncia la svolta che i Talk Talk prenderanno nel futuro, poiché l'elettronica viene fusa sapientemente con elementi rock-jazz. Alle registrazioni hanno preso parte nomi noti nell'ambiente jazz come Steve Winwood all'organo, David Rhodes alla chitarra e Morris Pert alle percussioni.
L'album contiene otto tracce e la canzone simbolo è rappresentata da "Living in Another World", che trovo semplicemente eccezionale!


Il brano "Life's What You Make It" è però il singolo pubblicato per la promozione dell'album. Con questo pezzo sono ospiti all'edizione del Festival di Sanremo proprio del 1986.


Nel 1987 arriva la svolta che porterà il gruppo allo scioglimento. Mark Hollis decide di pubblicare l'album "Spirit of Eden" senza però svolgere alcuna attività per la promozione del disco, nè concerti, nè pubblicazione di singoli, ed è così che l'accoglienza è stata tiepida, in sordina. Non so cosa sia preso a Hollis e soci, ma questo album di sole sei tracce, senza pubblicità e con una causa intentata da parte del gruppo che si è visto modificare un brano dall'etichetta Emi per renderlo più commerciale e viceversa una denuncia della Emi a loro carico per non aver rispettato i termini contrattuali, ha portato alla rottura di ogni collaborazione ed ovviamente alla rescissione del contratto.
L'album non ha più sonorità elettroniche o synth-pop, ma è influenzato da sfumature di progressive rock,  fusion e jazz, sancendo il passaggio definitivo al post rock. Il pezzo che lo rappresenta è "I Believe in You".


L'ultimo lavoro del gruppo si intitola "Laughing Stock" ed esce nel 1991 con l'etichetta Polydor.
Nemmeno a dirlo, il successo non arrivò, ma quest'album ci lascia ottimi pezzi, d'altronde il talento di questo gruppo rimane fuori discussione, perciò vi allieto con "After the Flood", mettetevi comodi... dura più di nove minuti!


La band si scioglie l'anno seguente, nel 1992. Harris e Webb hanno fondato gli O'Rang (gruppo di cui sinceramente non ho notizie). Mark Hollis, dopo qualche anno di silenzio ha prodotto un album omonimo, nel 1998, prima di ritirarsi definitivamente, mentre Tim Friese-Greene continua a produrre, perennemente in fase di sperimentazione, sotto lo pseudonimo di Heligoland. 

Potete ascoltare i Talk Talk concentrati nelle raccolte "Natural History: The Very Best of Talk Talk", "The Very Best of Talk Talk", e "The Collection", uscite rispettivamente nel 1990, nel 1997 e nel 2000. 

Per oggi è tutto, alla prossima!
Stay tuned!