martedì 13 marzo 2012

Frankie Goes To Hollywood

Cinque nomi...
Holly Johnson, Paul Rutherford, Peter Gill, Mark O'Toole, Brian Nash.
Loro... i Frankie Goes To Hollywood.

Sono stati attivi dal 1980 al 1987 ed hanno pubblicato solo due album in studio che, per la bellezza, particolarità ed i suoni che a distanza di tanti anni restano moderni, è sempre un piacere ascoltare. La voce del leader, Holly Johnson è precisa, dal timbro inequivocabile e sfrontata, come il suo personaggio.

Nascono a Liverpool in UK, quando Holly Johnson, già della band Big in Japan, si mette in contatto con Paul Rutherford (ex The Spitfire Boys) ed insieme agli altri tre emergono dall'Inghilterra punk degli anni '70 fondando i Frankie Goes to Hollywood. Le origini del nome del gruppo non sono chiare, prima di tutto non si capisce bene chi sia Frankie... loro stessi in più interviste fanno nebulosi riferimenti talvolta al grande Frank Sinatra ed altre volte a Frankie Vaughan (cantante di musica tradizionale inglese attivo tra gli anni '50 e '80).
Inoltre, c'è il gioco di parole tra il nome del leader Holly e la città di Hollywood, non si sa bene se la cosa sia stata voluta oppure no.

Il loro primo singolo è "Relax", pubblicato nel 1983, che inizialmente viene censurato per i contenuti e per la copertina del disco dalla BBC.



La band, pochi giorni dopo la censura, è ospite nella trasmissione televisiva Top of the Pops e proprio per via della pubblicità creata intorno allo scandalo il brano raggiunge le vette delle classifiche inglesi dei singoli. Dopo la realizzazione del video relativo alla canzone, la band viene scritturata dell'etichetta ZTT Records di Trevor Horn, che li seguirà nel loro successo planetario.
Tecnicamente devo specificare qualcosa sulla registrazione del pezzo. Scritto dalla band, inizialmente non aveva il ritmo incalzante e spiccatamente elettronico con sfumature rock, che è stato inciso... anzi, suonava quasi funky e molto più "leggero" a quanto pare. Il produttore, Trevor Horn, ha messo mano a tutta la parte strumentale, indurendo la linea di basso che è stata poi imitata, ripresa, usata innumerevoli volte da tanti artisti negli anni successivi ed ancor oggi; ha sapientemente fuso chitarre e tastiere ed il risultato è stato davvero perfetto. L'unica cosa su cui non ha avuto modo di dir nulla è stata l'impostazione della voce... Holly Johnson non aveva di certo necessità di "consigli". Alcuni detrattori affermarono che probabilmente la band non era poi così preparata, magari non era in grado di suonare bene e che fosse costruita. Ovviamente si sbagliavano.
Dopo lo spiegone, ascoltiamo "Relax", ma non in relax... belli vivaci e con le testoline che si muovono a ritmo!


Il secondo singolo che la band pubblica prima dell'uscita del loro primo album è "Two Tribes", a maggio del 1984. Basso martellante, riff di chitarra con arrangiamenti orchestrali ispirati alla colonna sonora del film "Protect and Survive" promosso dalla United Kingdom Public Information (film destinato a spiegare ai cittadini cosa fare in caso di attacco nucleare). Eccolo qui, in tutto il suo imponente splendore.


Il 1984 è l'anno del primo album dei Frankie Goes to Hollywood dal titolo "Welcome to the Pleasuredome".
Contiene "Relax", "Two Tribes" e successi indiscussi come la ballata dolcissima "The Power of Love" e la lunga e sorprendente "Welcome to the Pleasuredome", 12 minuti e 58 secondi di follia musicale!!
L'album è composto da brani e pezzi strumentali di collegamento tra le varie canzoni, da ascoltare tutto d'un fiato, senza stancarsi. La ricercatezza e la teatralità dei suoni e la voce di Holly Johnson sono un perfetto mix che secondo me non ha eguali.
Una piccola pausa sognante, con "The Power of Love"...


Dell'album fa parte anche "War", scandita dalla voce di Holly che canta 
"War,
What is it good for?
Absolutely nothing... " 
E' un aperto inno contro la guerra,  un testo molto chiaro. Qui in versione live.


La band in questo periodo ha un successo magnifico, tanto da avere ben tre singoli che si alternano alla posizione numero uno in classifica e sono "Relax", The Power of Love" e "Two Tribes".
Vengono anche vendute delle magliette con le scritte "Frankie say War! hide yourself" e "Frankie say Relax Don't Do It!"... Tipo questa (Paul Rutherford è "l'indossatore" e dietro di lui c'è Holly Johnson)

Fonte: www.en.wikipedia.org

Nel 1986 esce il loro secondo ed ultimo album "Liverpool", segnato da un cambiamento stilistico dovuto anche al cambio di produttore musicale. Il produttore di questo album è Stephen Lipson, che successivamente lavorerà con i Simple Minds, per cui si intuisce che i suoni si ammorbidiscono un po' trovando atmosfere interessanti, ma diverse rispetto al precedente lavoro.
I pezzi che più hanno destato il mio interesse sono "Rage Hard" e "For Heaven's Sake", due pezzi molto diversi tra loro, il primo energico, il secondo una bella ballata.
Vi faccio ascoltare "For Heaven's Sake", dal vivo nel 1987. Holly Johnson sempre fantastico!


Il 1987 è l'anno dello scioglimento del gruppo, confermato anche da una bruttissima dichiarazione di Holly Johnson il quale sostiene che del gruppo non gliene sia mai importato nulla, gli interessava soltanto la sua carriera... molto triste come affermazione.
Infatti intraprende la carriera solista che però non lo porterà al successo ottenuto con i Frankie Goes To Hollywood e si dedica alle arti figurative, hobby/lavoro che tutt'ora porta avanti, con discreto successo.

Per ascoltare il meglio di questa band vi consiglio una delle varie raccolte pubblicate nel corso degli anni:  "Bang!... The Greatest Hits of Frankie Goes to Hollywood", uscita nel 1993.

I Frankie Goes To Hollywood, si riuniscono nel 2004, senza Johnson e Nash, ma con Ryan Molloy e Jad O'Toole ed intraprendono l'attività live, ma senza pubblicare novità. Il gruppo si scioglie nuovamente e definitivamente nel 2007, dopo l'abbandono di Ryan Molloy.

Welcome to the Pleasuredome my friends...! 




1 commento:

  1. Geniali, soprattutto per quel che concerne l'arrangiamento musicale. E' un peccato che non siano riusciti a durare come gruppo, chissà cos'altro avrebbbero potuto inventare.

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