domenica 1 aprile 2012

Kraftwerk

Adoro la musica elettronica, dunque è arrivato il momento di parlarvi dei Kraftwerk, pionieri della musica elettronica, band tedesca nata nel 1970 a Düsseldorf, in Germania.
Il loro nome significa "centrale elettrica", direi nome perfetto per descriverli.

I fondatori dei Kraftwerk sono Ralf Hütter e Florian Schneider, allora studenti di conservatorio, che avevano appena lasciato il gruppo di cui facevano parte. 
Pubblicano il primo album che si intitola "Kraftwerk 1" nel 1971 impiegando tre mesi per registrarlo, dal luglio al settembre del 1970. Per l'incisione si avvalgono dell'aiuto dei percussionisti Andreas Hohmann e Klaus Dinger. L'album ha sonorità krautrock... A mio parere un buffo termine che è stato coniato dalla stampa angloamericana per definire la musica tedesca dei primi anni '70 che aveva sonorità new wave, elettroniche, techno, tipiche dei paesi sassoni. "Kraftwerk 1" contiene solo quattro tracce, insolitamente lunghe (tra i 4 ed i 10 minuti). Sentiamone una: "Stratovarius".


Non sapevo quanti fossero stati i componenti della band entrati ed usciti in quarantadue anni di attività, mi sono documentata e dovrei scrivere un articolo apposta, per cui vi dirò solo dei fondatori: Ralf Hütter a parte una defezione nel 1971 è tutt'ora nel gruppo, mentre Florian Schneider ha lasciato i Krafwerk nel 2008.
Per i più curiosi: leggete QUI

Il 1972 è l'anno di "Kraftwerk 2", album in cui si ripropone lo stile krautrock, arricchito di elettronica. Hütter ama definire questo genere Robot Pop.

Il 1973 è l'anno della svolta dei Kraftwerk, che assumono come collaboratore grafico il pittore Emil Schult il cui stile sarà di ispirazione per l'immagine del gruppo.
Aprono il proprio studio di registrazione, Kling Klang, dove registrano il loro terzo album "Ralf and Florian" sempre più elettronico. Sempre nel 1973 esce il primo singolo pubblicato dalla band, dal titolo "Kometenmelodie".


La consacrazione dei Kraftwerk avviene nel 1974, anno in cui pubblicano l'album "Autobahn". L'elettronica è massiccia, l'uso dei sintetizzatori è fondamentale, minimoog e Arp Odissey in prima linea, ma si affiancano comunque i suoni, presenti negli album precedenti, dei flauti, violini e chitarre.
Dell'album, composto da cinque tracce, fa parte "Kometenmelodie", a cui si affianca "Kometenmelodie 2".
Il brano che ha il titolo dell'album dura 22 minuti e 40 secondi. La single version però dura 3 minuti circa, eccola qui!


Nel 1975 esce "Radio-Aktivität", quinto album ufficiale dei Kraftwerk, autoprodotto nel loro Kling Klang Studio. I temi affrontati sono l'inquinamento radioattivo e la radio. E' un concept album, dove la band sperimenta la totale elettronica, abbandonando gli strumenti tradizionali, suonando soltanto strumenti elettronici. E' pubblicato in versione tedesca ed in quella inglese.


Curiosità: l'ultima traccia dell'album si intitola "Ohm sweet Ohm", omaggio al fisico tedesco che diede il nome alla legge omonima, con un titolo in assonanza con "Home sweet Home".

"Trans Europe Express" viene pubblicato nel 1977 in versione tedesca, inglese e francese. La rivista Rolling Stone piazza l'album al 250esimo posto tra i 500 migliori di sempre.
Con questo lavoro i Kraftwerk confermano il passaggio completo all'elettronica, facendo un grande uso di  sequencer, vocoder (codificatore di segnali elettrici/elettronici) e Vako Orkestron (campionatore), oltre ai sintetizzatori.

Il singolo "The Robot", che fa parte dell'album "Die Mensch-Machine", in inglese The Man-Machine, del 1979, è un pezzo che esprime davvero l'essenza del gruppo. Ascoltatelo, parla da sè!


Arriva il 1981 ed un altro concept album per i Kraftwerk, dal tema: computer, che iniziano ad affacciarsi sul mercato e che cambieranno davvero il mondo. Il titolo dell'ottavo lavoro del gruppo è "Computer World" ("Computerwelt", in lingua originale). Le traduzioni sono state fatte in inglese, giapponese, francese ed anche italiano! Hanno tradotto nelle varie lingue la canzone che promuove l'album "Pocket Calculator".
Eccola qui, in italiano!


Nel 1986, dopo una lunga pausa dovuta ad un grave incidente occorso a Ralf Hütter mentre andava in bicicletta, vede la luce uno dei lavori che più amo dei Kraftwerk, "Electric Cafè", il primo del gruppo ad essere registrato in digitale.
La canzone che dà il titolo all'album ha un riff che non si dimentica facilmente.


I due singoli di promozione dell'album sono "The Telephone Call" e "Musique non Stop" di cui è stato realizzato un video dalla curatrice d'immagine Rebecca Allen, che ha preso il posto a Schult, dopo il suo abbandono, nel 1982. Questo album è stato pubblicato in inglese, francese e spagnolo e pare abbia riscosso meno successo del precedente.

Un'altra lunga pausa attende i Kraftwerk, che torneranno sulle scene con un singolo "Expo 2000" in onore dell'Expo universale di Hannover del 2000. Dopo 17 anni e l'uscita di una raccolta, nel 2003 pubblicano "Tour de France Soundtracks", album che contiene dodici tracce e che sarà seguito da una lunga tournèe promozionale. L'album è uscito in concomitanza con i festeggiamenti per il centenario del Tour de France e la versione originale è in lingua francese.
Curiosità: dal 2002, nei live, utilizzano pc portatili Sony VAIO. 

Dopo la pubblicazione di una raccolta di esibizioni live chiamata "Minimum-Maximum", del 2005, nel 2009 pubblicano "The Catalogue", cofanetto con otto album della band, dal 1974 al 2003.
Fonti non ufficiali comunicano che Ralf Hütter abbia ventilato l'ipotesi di un'uscita di un altro cofanetto contenente i primi tre album dei Kraftwerk, ma non si hanno conferme.
Il gruppo è comunque attivo, aspettiamo novità!

I Kraftwerk hanno influenzato altri artisti, come i miei adorati Depeche Mode, Soft Cell, New Order, Human League, Ultravox... nomi importanti e soprattutto gruppi con una decisa elettronica nel proprio stile.
Non male, eh?

Vi saluto con "Musique Non Stop", su il volume!




Per oggi è tutto, a presto!


4 commenti:

  1. Sono stati dei veri pionieri dell'elettronica, dici bene. Negli anni 80 questa musica diventa una grande realtà, sbucano come funghi gruppi che si aiutano con questi suoni. Ti ricordi ad esempio i Rockets? :-D

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    1. Che grandi i Rockets!!!! Con i loro costumi argentati!!!
      Erano francesi, vero?

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  2. Ottimo post! Band storica con una grande carriera alle spalle! Autobahn è davvero una pietra miliare della musica novecentesca! Continua così, Giorgia, il tuo blog è sempre interessante!

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    1. Grazie Giuseppe! I complimenti non solo fanno piacere, ma spronano a fare sempre meglio!

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