martedì 21 febbraio 2012

Paradise Lost

Ieri sera ho riascoltato un album che avevo comprato quasi per caso nel lontano 1999, si intitola Host ed è della band inglese Paradise Lost.
L'avevo acquistato perché qualcuno, non ricordo chi, mi aveva detto che il loro sound ricordava quello dei miei adorati Depeche Mode. In effetti era vero, a giudicare dalla vocalità del cantante e dai suoni utilizzati. Mi ero innamorata di due canzoni in particolare: "So Much is Lost" e "Ordinary Days", ve le faccio ascoltare, così ne approfitto per farlo anch'io... ogni scusa è buona!



Presto mi ero accorta di non conoscere assolutamente nulla di questa band e soprattutto, vista la bellezza di questo album, volevo sentire altro.
Ho così scoperto che questo album non è particolarmente apprezzato dai loro fans più accaniti perché il loro stile è completamente diverso! L'elettronica, la voce pulita e baritonale... nulla di tutto questo. Loro nascono come band doom metal, metallo pesante e cupo, voce growl, capelli lunghi e atmosfere grigio/nere!
Hanno voluto sperimentare tra il 1999 ed il 2001 il synthpop ed il gothic rock, per poi riprendere spunti dal loro passato, ma senza però tornare esattamente alle origini.

I Paradise Lost nascono nel 1988 grazie a Nick Holmes, il cantante, e Greg Mackintosh, chitarrista, entrambi appassionati di heavy metal. Insieme al batterista Matthew Archer, il bassista Steve Edmonson ed il chitarrista Aaron Aedy iniziano la loro collaborazione che li porterà nel 1990 alla pubblicazione del primo album "Lost Paradise". Le sonorità di questo primo lavoro sono davvero cupe e lo si evince dai titoli dei brani come "Deadly Inner Sense", "Breeding Fear" o "Internal Torment II". Lo stile di questo album è impregnato delle sonorità dei gruppi a cui Holmes e soci fanno riferimento, come gli Obituary e i Death, perciò verrà apprezzato, ma non come prodotto innovativo. 
La svolta si avrà con il secondo album "Gothic" del 1991. In questo album sono presenti le caratteristiche del primo, ma precorreranno i tempi e creeranno atmosfere gothic metal con l'utilizzo di melodie sinfoniche di tastiere e voci femminili in contrasto con la voce growl del cantante.
Ascoltiamo la canzone che dà il nome all'album, proprio "Gothic".


Un "pochino" diversa dalle canzoni dell'album "Host", vero?

Negli anni successivi pubblicano "Shades of God" nel 1992, "Icon" nel 1993, "Draconian Times" nel 1995, "One Second" nel 1997.
Nel 1999 esce "Host", lavoro particolare, di sperimentazione, come già ho detto. 
Nel 2001 continua la fase sperimentale con l'uscita di "Believe in Nothing", altri pezzi davvero interessanti, per chi, come me, li ama di più in questa veste. Direi che i Paradise Lost non torneranno più esattamente come agli esordi, mantenendo certo una grande energia, ma meno doom e più gothic, accarezzando qualche spunto di elettronica. La voce di Holmes resterà roca, ma non più growl, intervallata da passaggi puliti e profondi.
Da questo album voglio farvi ascoltare "Something Real", bella canzone.


Il 2002 è l'anno di "Symbol of Life" guidato dalla voce penetrante di Nick Holmes e dall'ormai consolidato stile che il gruppo ha delineato del corso della carriera. In questo album c'è un pezzo che ho ascoltato talmente tante volte... ancora una non mi farà male! Il titolo è "Erased", a volume alto, please!


Nel 2005 esce "Paradise Lost", nel 2007 "In Requiem", con la cover di "Missing" degli Everything But the Girl tra le bonus tracks... particolare!



Nel 2009 i Paradise Lost pubblicano "Faith Divide Us, Death Unites Us" e proprio il 2012 è l'anno in cui li aspettiamo con il loro tredicesimo album in studio "Tragic Idol". Uscirà esattamente il 23 aprile in Europa ed il 24 aprile in Nord America.
Stay connected!



2 commenti:

  1. Finalmente una band dai trascorsi metallosi! Ascoltavo i Paradise Lost già ai tempi di "Gothic", ma devo dire che ho apprezzato moltissimo la svolta che hanno avuto con "Icon", anzi sono quelli i Paradise Lost che mi piacciono! :)

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    1. Hai visto? Ce l'ho fatta! Anche se io ho iniziato ad ascoltarli grazie a "Host" e da lì sono partita per conoscerli meglio! Lo stile di quell'album mi è congeniale, quello di "Gothic" decisamente meno, anche se ha il suo perché, indubbiamente! Concordo con te, li preferisco anch'io nella "nuova" veste!

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